THE INSIDE EDGE – PUNTATA N°3

Per la terza puntata della nostra rubrica dedicata al settore giovanile abbiamo incontrato, dopo un  allenamento U8-10, l’Head Coach di queste categorie Ugo Rosa.

Ugo è noto per la sua grande passione per l’hockey e per la bicicletta.

Insieme alla moglie, Terry, è proprietario e gestore dell’Hotel Aurora di Alba di Canazei, a pochi metri dallo Stadio…sarà anche questa vicinanza che ha fatto crescere la sua passione?

Auguriamo a tutti una  buona lettura e speriamo che anche voi riusciate a cogliere dalle parole di Ugo quanta passione ci metta nell’allenare i nostri piccoli falchetti.

Forza Falcons!!!!

 

Ciao Ugo, sono ormai 8 anni che svolgi il ruolo di allenatore per le categorie U8-10. Cosa ti spinge, ancor oggi, ad occuparti di una fascia d’età così impegnativa?

In primo luogo e molto bello. Mi piace. “Prendi” i bambini che non sanno ancora pattinare e piano piano con dedizione vedi che imparano a fare i primi passi e a fine stagione ti rendi conto del percorso che hanno fatto.  Ad essere sincero però l’entità del  cambiamento è più difficile da vedere per noi allenatori  poiché seguendo i bambini tutte le settimane siamo abituati e vederne ogni piccolo progresso mentre chi sta esternamente e magari vede lo stesso bambino a distanza di due mesi o più la differenza è notevole .  Tengo a precisare, e non per modestia, che gran parte del merito va ai bambini. Certo, noi allenatori abbiamo un ruolo fondamentale come educatori, tecnici ,”guide”, ”intrattenitori” (farli divertire, alimentare la loro passione e far si che vengano sempre volentieri allo stadio) ma è la loro costanza, la passione, la voglia di imparare che fa  al differenza… anche semplicemente andando a pattinare negli orari in cui c’è il pattinaggio pubblico. Il successo dell’allenatore è la passione del bambino. In secondo luogo tale scelta dipende anche dal fatto che, avendo la mia attività, è un impegno che so di poter gestire dal punto di vista organizzativo garantendo comunque  professionalità, dedizione e costanza. Se dovessi seguire delle categorie maggiori, ad esempio un U12 o 14, non avrei il tempo materiale per farlo.

 

Il tuo percorso come allenatore inizia in concomitanza con i primi “passi” sul ghiaccio di tuo figlio Gioele. Come altri ragazzi anche lui ha deciso di affrontare una sfida importante ed andare a giocare in Svizzera dove ha superato il provino ed è stato così selezionato dalla squadre di Bienne. Ci racconti il suo percorso dagli inizi fino ad oggi?

 

“Ricordo bene che prima di iniziare a giocare a hockey ha fatto un anno di artistico dopodiché ha voluto passare all’hockey e così è iniziato il suo “cammino”. Aveva 6 anni. L’anno successivo, parlando con lui, gli dissi  che, se voleva migliorare, c’era da lavorare e fare qualcosina in più. Ai tempi l’apertura al  pubblico dello stadio , era estate, c’era anche al  mattino dunque andavamo li e dedicavamo 15-20 minuti al pattinaggio. Allora giunti ad ottobre ci accorgemmo, Gioele in primis, del miglioramento che c’era stato. Il cammino con lui non è stato sempre facile. Molto spesso mi sono confrontato anche con mia moglie per capire in che modo stimolarlo e spingerlo a migliorarsi sempre di più. Probabilmente lui non sarebbe mai venuto da me  dicendo che voleva allenarsi  e fare un po’ di “extra work”…forse una volta la mese. Allora, per non perdere delle opportunità , mi feci furbo e adottati una strategia. Andavo da lui dicendogli che se aveva tempo ci potevamo allenar insieme, io ero disponibile dunque bastava mi facesse sapere quando poteva. In questo modo abbiamo costruito un rapporto di fiducia e iniziato a lavorare con costanza.  Egli ha visto che lavorando i miglioramenti c’erano e da li in poi abbiamo proseguito su questa strada. Credo che la “bravura” di Gioele sia stata quella di ascoltarmi , magari non sempre con entusiasmo, e darmi fiducia.

Una cosa che tengo a precisare , e penso possa valere per chiunque faccia sport, è che il lavoro paga.   Gioele lo dimostra:  egli non è un grande talento ma con il lavoro è riuscito a raggiungere certi obiettivi.

 

Hai appena terminato la tua seduta sul ghiaccio. Oltre ai tuo bambini U8-10 ce ne erano 18 nuovi provenienti dall’avviamento.  Secondo te cosa ha l’hockey in più di altri sport, che crea entusiasmo e voglia di parteciparvi?

“ Sicuramente ogni sport ha la sua bellezza ed è importante che il bambino sia sempre in movimento, si diverta ed abbia uno stile di vita sano. In merito all’hockey credo crei davvero un forte spirito di squadra, di appartenenza ad un gruppo. Questo fa si che il ragazzo impari tanti valori importanti quali amicizia, rispetto, sacrificio, attitudine al lavoro etc.. Otre a questo ci si diverte tanto. Questo lo dimostra anche il fatto che vi sono persone che si sono avvicinate all’hockey in età adulta e una sera in settimana si trovano a giocare allo stadio  fino alle 23. Oltre all’aspetto sociale, del gruppo etc.. lo trovo più completo di altri sport: devi saper pattinare in equilibrio su due lame (dunque ci vuole un grande equilibrio), allo stesso tempo devi saper controllare contemporaneamente la stecca  e gestire il disco. Tutto questo si fa in movimento su una superficie ghiacciata, all’interno di un sistema di gioco e con degli avversari che oppongono resistenza. Otre a ciò sono necessarie  capacità condizionali quali forza, resistenza e velocità. Credo che dal punto di vista coordinativo, tecnico, tattico e fisico non vi siano sport uguali.

 

Come la scorsa puntata vi proponiamo infine i risultati delle Under Fassa Falcons Future Stars della scorsa settimana:

UNDER 12

SG Cortina – Fassa Falcons  8-2

Fassa Falcons – HC Piné  3-7

Under 8

I Fassa Falcons hanno ospitato le formazioni di ValDiFiemme Youth e HC Piné

Under 16 e Under 19 hanno rispettato il turno di riposo

 

QUIZ DELLA SETTIMANA

 Nella terza risposta si parla della gestione della stecca e del disco, del pattinaggio etc. Quanto sono larghe le lame dei pattini? Quali sono diametro e peso del disco?

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