THE INSIDE EDGE – PUNTATA N°2

 

Per la seconda puntata della nostra rubrica dedicata al settore giovanile abbiamo incontrato, prima di un allenamento portieri, il nostro Francesco “Franky the Wall” Rizzi. Francesco è un ragazzo eccezionale, sempre disponibile e che da tantissimi anni fa parte del Fassa. Attualmente si occupa, insieme ad Andreas Mussner (che intervisteremo tra qualche settimana) dello sviluppo dei portieri e, insieme ad altri allenatori, delle categorie U8-10-12.                                                                                                                     Oltre a questo non possiamo non ricordarlo per le famose, immense, gigantesche pizze che Francesco, insieme al fratello, prepara alla Pizzeria Salin.

A tutti gli amici auguriamo una buona lettura.

Forza Falcons!!!!

 

Ciao Francesco, facendo due conti, sono circa 30 anni (Francesco sgrana gli occhi e sembra faccia due conti a mente, n.d.r.) che fai parte del sodalizio Fassano. Hai iniziato come giocatore nelle categorie giovanili, sei arrivato fino alla Serie A, ed oggi ricopri il ruolo di allenatore portieri in affiancamento ad Andreas Mussner. Raccontaci come è cambiato il ruolo del portiere nel corso degli anni.  

Ai miei tempi i portieri italiani, parlando di Serie A, erano messi in secondo piano poiché le società puntavano molto su quelli stranieri. Mi vengono in mente Marotta, Delfino etc… Ora invece molte squadre schierano come primo portiere un giocatore di scuola italiana come nel nostro caso Gianni Scola. Anche a livello di allenamento specifico si faceva poco, non vi era una vera e propria “scuola portieri” e non vi erano ancora allenatori specializzati per formare chi, come me, ricopriva questo ruolo importantissimo. I portieri paravano molto usando l’istinto e le proprie doti naturali. Ora le cose sono cambiate. Vi sono allenatori specifici per i portieri, si lavora molto sulla tecnica (slide-butterfly etc..), sulla posizione, sulla lettura del gioco etc.. Un altro aspetto che è cambiato è quello fisico: ora si punta molto su portieri di taglia grande mentre una volta vi erano anche portieri di bassa statura ma, come detto prima, con molto istinto. Anche l’equipaggiamento si è evoluto tantissimo, una volta i gambali erano più corti e meno imbottiti (Francesco ricorda di un riscaldamento prima di una partita di Alpenliga in cui ad ogni tiro i parastinchi perdevano l’imbottitura e l’attrezzista dell’epoca-“Ezio Zopan”- era entrato in pista a recuperare i pezzi, n.d.r.), i caschi erano diversi, non si usavano le ginocchiere e capitava di tornare a casa con qualche livido. Ora i portieri sono davvero ben protetti ed il rischio di farsi male a causa di un tiro è praticamente pari a zero. È davvero un ruolo sicuro che chiunque voglia provare può farlo senza alcun pericolo.

Nel corso della tua carriera hai fatto da Backup a molti portieri, soprattutto stranieri. Chi, tra i tanti, ti è rimasto più in mente per capacità, personalità o altri aspetti?

“I primi anni che facevo parte della Serie A, avrò avuto 16-17 anni, c’era Tony Martino. Era un personaggio egocentrico, un po’ “pazzo” (Francesco racconta che una volta si diceva che per fare i portieri si doveva essere un po’ pazzi, n.d.r.) ma comunque parava bene. Ripeto: un gran personaggio. Ricordo poi, con piacere, Doyle e Dennis. Entrambi dotati di ottima tecnica, a mio parere Dennis era migliore da questo punto di vista, e allo stesso tempo persone speciali, squisite e con le quali sono ancora in contatto. Da loro ho imparato davvero tanto.

Quali sono i ricordi più belli della tua carriera?

“Il primo ricordo riguarda il periodo in cui venne a giocare per il Fassa Toni Amonte (ex stella NHL, n.d.r.).  Toni, parlando con un dirigente dell’epoca, disse che il Fassa doveva puntare su di me come portiere perché avevo le doti per fare bene. Sapere che un giocatore di quel calibro pensasse questo di me mi riempie ancora oggi di orgoglio. Un altro ricordo riguarda la stagione in cui Doyle dovette tornare in Canada per motivi famigliari. Mi ritrovai a ricoprire, forse per la prima volta e comunque dopo tanti anni, il ruolo di primo portiere per 7/8 partite. Credo di avere fatto una buona serie e ricordo, con grande emozione, la partita vinta ai rigori contro il Renon che, insieme al Bolzano, era la squadra più forte del campionato. Il pubblico era davvero entusiasta (a fine partita dagli spalti un coro ripeteva a gran voce “Rizzi-Rizzi-Rizzi, n.d.r.) e sentivo che mi voleva bene e capiva quanto ci tenessi a questo sport e alla maglia del Fassa. È stato molto commovente. È un ricordo che non potrò mai dimenticare.

Ringraziamo Francesco per la sua disponibilità e gli auguriamo un buon proseguimento di stagione.


QUIZ DELLA SETTIMANA

 

Nell’intervista Francesco cita diverse “vecchie glorie” del Fassa. In che anni hanno giocato al Fassa Delfino e Amonte?

Nella partita contro il Renon, a chi parò i rigori il nostro Francesco?

 

Vi riportiamo infine i risultati della scorsa settimana delle nostre Under!

 

UNDER 12

Fassa Falcons – HC Padova 4:1

HC Asiago Jr – Fassa Falcons 4:0

 

UNDER 16

Fassa Falcons – Hockey Como 5:4 (SO)

 

UNDER 19

Fassa Falcons – HC Gherdeina 3:4

 

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